prima pagina pagina precedente salva il testo


POLITICA CITTADINA
Il Palazzetto dello sport:
un giocattolo costoso e inutile
Un comunicato del coordinamento delle associazioni sportive


Il Coordinamento delle associazioni sportive di base riguardo all'inaugurazione del Palazzetto dello sport ribadisce, coerentemente con la posizione assunta nel 1996, che la costruzione del Palazzetto non toccava alla pubblica amministrazione per il semplice fatto che l'impianto nasceva con destinazione allo spettacolo e allo sport guardato. Prova ne sia il fatto che esso dispone di 5.000 posti a sedere.
Nulla da obiettare se alla sua realizzazione  si fossero impegnati imprese o enti privati, che, fatte le debite analisi di mercato e di costi, avrebbero potuto valutarne con capacità professionali la convenienza o meno di investire ingenti capitali che avrebbero ammortizzato nel tempo e reso profitti alla luce di un calendario ricco di manifestazioni, con gli spalti gremiti di spettatori, che avrebbero attirato gli appetiti degli sponsor. Ma gli industriali interpellati dagli amministratori pubblici preferirono defilarsi e al loro posto subentrò la pubblica amministrazione, che, sfidando ogni legge di mercato, si imbarcò in una spesa di 17 miliardi, prelevati interamente dalle casse comunali.

Il Coordinamento delle associazioni sportive cercò in tutti i modi, attraverso assemblee e mozioni, sottoscritte da ben 35 società sportive monzesi,  di richiamare l'attenzione dei pubblici amministratori che compito prioritario dell'amministrazione era quello di investire soldi pubblici nella realizzazione di impianti per la pratica sportiva, non per lo sport guardato. Anche perché questa proposta nasceva da una constatazione lapalissiana: la popolazione di Monza si caratterizza per una foltissima schiera di praticanti sportivi: ben 4.000 cittadini frequentano tutti i giorni le palestre pubbliche in orario extrascolastico, a ciò si aggiungano le migliaia di assidui praticanti che utilizzano le strutture private, gli oratori e quel grande impianto a cielo aperto che è il Parco di Monza, frequentato a tutte le ore.

Di questo una pubblica amministrazione dovrebbe essere orgogliosa  e fiera e a questi suoi abitanti rivolgere la massima attenzione nel predisporre impianti moderni, attrezzati, polifunzionali, facili da raggiungere, dislocati sapientemente nei cinque quartieri. Perché praticare un'attività sportiva a partire dalla più tenera età fino agli anni della vecchiaia significa benessere, salute, prevenzione, educazione, formazione. Dei loro soldi spesi in questo modo i cittadini monzesi sarebbero stati soddisfatti. Il Coordinamento chiese infatti che si costruissero, invece del Palazzetto dello sport, palestre di piccole dimensioni, realizzate con criteri che avrebbero dovuto tener conto delle singole discipline praticate: saloni per le arti marziali, ginnastica di mantenimento per adulti e anziani, aerobica e danza, ginnastica artistica e ritmica, ecc.. Tutto ciò avrebbe richiesto investimenti contenuti e costi di gestione a carico delle associazioni.

Per queste ragioni ci siamo opposti alla costruzione del Palazzetto dello sport e guardiamo ora con grande preoccupazione alla sua gestione. E' stato predisposto un piano economico-finanziario? Chi coprirà i costi di un impianto di 17 miliardi, che vedrà sugli spalti una sparuta schiera di tifosi in un impianto da 5.000 posti? Non vorremmo che i cittadini monzesi, oltre ai soldi spesi per la costruzione del Palazzetto, si debbano sobbarcare ulteriori, pesanti sacrifici per la sua gestione.
 
Giuseppe Beretta
presidente del Coordinamento delle associazioni sportive di base

via Aldina 41, e-mail: bercor@tiscali.it
tel. 329.96.04.003 tel./fax/segr. 039.732.890


in su pagina precedente

  3 aprile 2002